La nascita del gruppo AVIS di Bussolengo avviene nel 1962 per opera del Comm.
Giuseppe Gottardi (presidente provinciale, propulsore ed animatore di molte sezioni AVIS) e del socio fondatore e primo Presidente Pinali Cesare, il quale propose al gruppo spontaneo di donatori di Bussolengo di confluire nell'AVIS, assicurando il suo personale interessamento.
Occorreva disciplinare l'associazione, e grazie all'allora Comm.
Dalla Bernardina (componente del Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale Orlandi), desideroso che anche Bussolengo avesse un'associazione capace di assicurare all'Ospedale le risorse di sangue necessarie per i numerosi interventi chirurgici che venivano eseguiti: il gruppo fu fondato ed ebbe la sua prima sede in Vicolo Cieco II.
Nell'ottobre 1962 si elesse così il primo direttivo.
I prelievi di sangue e la raccolta in un primo tempo venivano fatti nell'ufficio-ambulatorio di Suor Savia, infermiera dell'ospedale e da Andrea Soave, che teneva in ordine il registro, il piccolo schedario e aggiornava i tesserini; aveva anche il compito di chiamare i donatori con il gruppo sanguigno richiesto dalla sala operatoria o dal Pronto Soccorso.
Giuseppe Gottardi (presidente provinciale, propulsore ed animatore di molte sezioni AVIS) e del socio fondatore e primo Presidente Pinali Cesare, il quale propose al gruppo spontaneo di donatori di Bussolengo di confluire nell'AVIS, assicurando il suo personale interessamento.
Occorreva disciplinare l'associazione, e grazie all'allora Comm.
Dalla Bernardina (componente del Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale Orlandi), desideroso che anche Bussolengo avesse un'associazione capace di assicurare all'Ospedale le risorse di sangue necessarie per i numerosi interventi chirurgici che venivano eseguiti: il gruppo fu fondato ed ebbe la sua prima sede in Vicolo Cieco II.
Nell'ottobre 1962 si elesse così il primo direttivo.
I prelievi di sangue e la raccolta in un primo tempo venivano fatti nell'ufficio-ambulatorio di Suor Savia, infermiera dell'ospedale e da Andrea Soave, che teneva in ordine il registro, il piccolo schedario e aggiornava i tesserini; aveva anche il compito di chiamare i donatori con il gruppo sanguigno richiesto dalla sala operatoria o dal Pronto Soccorso.
A volte la fretta di trovare donatori faceva tralasciare le formalità burocratiche, tanto che in preparazione della festa del 1968 si dovettero sistemare le registrazioni aiutandosi con il brogliaccio che teneva Suor Savia, e facendo una media delle donazioni di ciascun socio.
E' in questo periodo che si verifica la separazione tra la sezione di Bussolengo e i donatori di San Vito al Mantico (frazione del paese), che decidono nel 1972 di costituire un gruppo rionale "AVIS San Vito al Mantico", formato da 71 donatori (nel 1981 viene dichiarata gruppo autonomo).
Per dare maggior organicità e forze nuove si inseriscono dei giovani volenterosi, su sollecitazione dell'allora curato don Leone Magalini, che si impegnano con decisione portando uno spirito moderno e innovativo.
Nel 1973 viene eletto presidente uno di quei giovani Dino Udali: sotto la sua giuda la sezione conosce anni di forte sviluppo con un incremento di donatori, permettendo così di esaudire le pressanti richieste dell'ospedale.
Nelle festa del donatore di quell'anno l'allora sindaco Primo Montanari decorava il Labaro della Sezione AVIS di Bussolengo di medaglia d'oro "quale riconoscimento dell'Amministrazone Comunale per l'opera altamente meritoria svolta in tanti anni di servizio alla collettività".
Viene anche realizzato il tanto desiderato Centro Trasfusionale, grazie al nuovo Primario dott. Guglielmo Canali.
Nel 1987 assume la presidenza il maestro Norberto Masi, da tempo socio avisino, collaboratore attivo nonchè cofondatore della sezione AIDO di Bussolengo.
Nel 1997 la presidenza passa a Valter Fior, che organizza convegni per richiamare l'attenzione sui problemi dei cardio-trapiantati e della medicina palliativa con la presenza di personalità accademiche ed esperti di rilievo.
Fior intuisce che l'entusiasmo dei giovani unito all'esperienza degli "anziani" può essere una carta vincente per lo sviluppo dell'associazione.
Nasce così PIMPALDO il pupazzo che con la sua figura riassume bene lo spirito dei giovani avisini.
Valter Fior intuisce anche che l'educazione al "dono" passa attraverso la scuola con la quale inizia una stretta collaborazione.
Grazie anche alla disponibilità dei medici del Centro Trasfusionale, gli studenti vengono accolti presso il Centro per vedere come si svolge l'attività di raccolta sangue.
E' in questo periodo che si verifica la separazione tra la sezione di Bussolengo e i donatori di San Vito al Mantico (frazione del paese), che decidono nel 1972 di costituire un gruppo rionale "AVIS San Vito al Mantico", formato da 71 donatori (nel 1981 viene dichiarata gruppo autonomo).
Per dare maggior organicità e forze nuove si inseriscono dei giovani volenterosi, su sollecitazione dell'allora curato don Leone Magalini, che si impegnano con decisione portando uno spirito moderno e innovativo.
Nel 1973 viene eletto presidente uno di quei giovani Dino Udali: sotto la sua giuda la sezione conosce anni di forte sviluppo con un incremento di donatori, permettendo così di esaudire le pressanti richieste dell'ospedale.
Nelle festa del donatore di quell'anno l'allora sindaco Primo Montanari decorava il Labaro della Sezione AVIS di Bussolengo di medaglia d'oro "quale riconoscimento dell'Amministrazone Comunale per l'opera altamente meritoria svolta in tanti anni di servizio alla collettività".
Viene anche realizzato il tanto desiderato Centro Trasfusionale, grazie al nuovo Primario dott. Guglielmo Canali.
Nel 1987 assume la presidenza il maestro Norberto Masi, da tempo socio avisino, collaboratore attivo nonchè cofondatore della sezione AIDO di Bussolengo.
Nel 1997 la presidenza passa a Valter Fior, che organizza convegni per richiamare l'attenzione sui problemi dei cardio-trapiantati e della medicina palliativa con la presenza di personalità accademiche ed esperti di rilievo.
Fior intuisce che l'entusiasmo dei giovani unito all'esperienza degli "anziani" può essere una carta vincente per lo sviluppo dell'associazione.
Nasce così PIMPALDO il pupazzo che con la sua figura riassume bene lo spirito dei giovani avisini.
Valter Fior intuisce anche che l'educazione al "dono" passa attraverso la scuola con la quale inizia una stretta collaborazione.
Grazie anche alla disponibilità dei medici del Centro Trasfusionale, gli studenti vengono accolti presso il Centro per vedere come si svolge l'attività di raccolta sangue.
Negli anni successivi le classi fanno a gara per riuscire con un disegno a rappresentare le molteplici motivazioni che spingono le persone a donare: i disegni più significativi vengono ogni anno usati per illustrare il calendario AVIS, che viene distribuito gratuitamente a tutte le famiglie del paese.
Nel 2001 la sede dell'AVIS ha trovato una collocazione stabile in Via San Valentino, 36 in un locale della scuola Danese.
Dal 2001 al 2008 la presidenza è stata guidata dal Riccardo Fracarolli, mentre dal 2009 al 2016 da Germano Silvestri.
Le elezioni del 2017 hanno visto il passaggio del testimone a Lara Girelli, eletta presidente per il mandato 2017/2021 dalle ultime elezioni di gennaio, prima donna alla presidenza dell'associazione.
Da aprile 2018, l'incarico di Presidente è passato a Fernanda Dalla Chiusa, con sui si apre un nuovo futuro per l'AVIS di BUSSOLENGO.
Nel 2001 la sede dell'AVIS ha trovato una collocazione stabile in Via San Valentino, 36 in un locale della scuola Danese.
Dal 2001 al 2008 la presidenza è stata guidata dal Riccardo Fracarolli, mentre dal 2009 al 2016 da Germano Silvestri.
Le elezioni del 2017 hanno visto il passaggio del testimone a Lara Girelli, eletta presidente per il mandato 2017/2021 dalle ultime elezioni di gennaio, prima donna alla presidenza dell'associazione.
Da aprile 2018, l'incarico di Presidente è passato a Fernanda Dalla Chiusa, con sui si apre un nuovo futuro per l'AVIS di BUSSOLENGO.

Perchè sceglierci?
Donare il sangue è un gesto di solidarietà, significa dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo mi preoccupa.
Perché donare:
Donare il sangue è un atto di generosità, permette ogni anno di curare tanti malati. Significa dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo mi preoccupa.
Donare il sangue fa bene alla salute:
Il donatore può tenere costantemente sotto controllo il proprio stato di salute.
Il bisogno di sangue:
La disponibilità di sangue è un patrimonio collettivo, da cui ognuno può attingere nei momenti di necessità.
Assistenza anonima:
Le donazioni di donatori periodici, volontari, anonimi, non retribuiti e consapevoli, rappresentano una garanzia per la salute di chi riceve e di chi dona.
Chi dice che una cosa è impossibile, non dovrebbe disturbare chi la sta facendo.